I giovani senza futuro - Besozzo, 5 Giugno 2017 Roberto Cenci
Il mondo del lavoro sta subendo una barbara rivoluzione, dove la dignità dei lavoratori viene persa e calpestata giorno dopo giorno. Contratti a tempo determinato di un mese con stipendi da fame. Come possono i giovani formarsi una famiglia, come possono i giovani sognare un domani sereno. Stiamo loro chiudendo le porte di una vita normale, basta osservare le percentuali dei disoccupati nell’età compresa tra i quindici e i venticinque anni, ci si spaventa. Senza contare quella marea di persone che non cercano più il lavoro. Stiamo assistendo a cose impensabili, cinquantamila persone concorrono per meno di duecento posti, stiamo rasentando la follia. I coraggiosi, molti dei quali hanno ottenuto prestigiose lauree, vanno all’estero, abbandonano in giovane età amici, genitori e partono per un’avventura sradicando gli affetti, i ricordi, le emozioni, abbandonando un mondo che li ha visti crescere e che avrebbe dovuto accoglierli e farli lavorare. No tutto questo non è giusto, non è etico e non è ammissibile. La colpa, meglio dire le colpe sono da ricercarsi negli ultimi venti anni di governi incapaci di programmare e di vedere oltre la siepe, meglio dire oltre la loro ben remunerata poltrona. Ai giorni nostri siamo arrivati all’apoteosi con politici incapaci di programmare e gestire, governi non eletti dai cittadini ma imposti. Non ci sto, è ora di dire basta a venditori di pentole. Poi arrivano tante notizie che ci fanno capire come non saremo mai capaci di ribellarci. Noi accettiamo tutto e di più e l’esempio ci viene dato in questi giorni dal trattamento economico che è riservato a un giovanissimo giocatore di calcio, bravo sicuramente anzi bravissimo, riceverà sei milioni di Euro ogni anno per dare qualche calcio alla palla. Vorrei riflettere con Voi, sono certo che molti lettori conosceranno parecchie persone che hanno lavorato in fabbrica per una vita intera e percepiscono milleduecento Euro al mese di pensione. Se facciamo i conti il povero pensionato, mi scuso per il povero non è un termine offensivo, che ha lavorato duramente per oltre quarantacinque anni, dovrà vivere per quattrocentosedici anni per ottenere la stessa somma di denaro che il bravo giocatore riceverà in un anno, ripeto un anno non una vita di lavoro. Scusatemi ma trovo scandalosa la cosa. Qualche persona dirà che è la legge del mercato e che non si può fare nulla. Sono deluso, si sono persi i parametri e le giuste misure, non siamo capaci di arrabbiarci e accettiamo supinamente governi non eletti, accettiamo queste esagerazioni senza proferire parola. Lasciamo scappare i nostri giovani che sono il futuro della nazione e uccidiamo loro il domani. Spero che il mio scritto smuova le menti e le coscienze di tanti bravi cittadini, vorrei che le mie parole potessero far iniziare una valanga pacifica di protesta per spazzare via questi politici incapaci e trovare un po’ di giustizia tra chi è pagato troppo e chi riceve poco. Sono certo che anche questa volta i miei sogni resteranno tali.
Roberto Cenci