Si fermino le trivelle - Roberto Cenci
Il silenzio rotto da refoli di vento profumato, da cinguettii di uccelli, da campanacci di mucche felici è quanto mi arriva al cuore seduto in montagna a volare con la mente.
Tutto sembra piccolo, pulito e sereno volgendo lo sguardo alla valle. Come appare bella la natura che mi circonda, come appare pulita e felice, i colori, le forme tutto sembra in armonia.
Poi si scende a valle e il frastuono della vita frenetica riempie la testa, l’aria è densa di contaminanti, le marmitte degli autoveicoli sporcano il mio lenzuolo bianco che ho appeso e martellano il mio cuore e la mia mente.
Non siamo capaci di vivere in armonia con l’ambiente, lo vogliamo plasmare alla nostra volontà, lo vogliamo in ginocchio ma pronto a servirci, piccoli dittatori stolti.
Tutto questo lo stiamo facendo ogni giorno senza riflettere, senza rendercene conto e ancora, ancora vogliamo uccidere l’ambiente, la vita.
Vogliamo trivellare un mare, quello Adriatico per rubare gas e petrolio per il nostro piacere, per sentirci forti e invincibili. Un mare già compromesso per l’incessante pressione dell’uomo, un mare chiuso e povero di biodiversità. Ma non interessa, rubiamo, devastiamo e rendiamo ancora di più ammalato un mare già stanco.
La memoria, il passato, la storia dovrebbero insegnarci, dovrebbero aiutarci nel nostro percorso, ma sembra che noi siamo cechi, sordi, privi di ricordi e guardiamo stupidamente solo avanti. L’incidente del Golfo del Messico è dimenticato, non ci ha insegnato nulla, un’area devastata, contaminata, resa ammalata che non ritornerà mai alla sua primaria bellezza, i segni della devastazione sono cicatrici indelebili che nessuno saprà togliere.
Immaginiamo, voliamo con la mente e guardiamo per un istante lo stesso nefasto incidente avvenire nel mare Adriatico, la biodiversità in equilibrio instabile precipiterebbe, la vita nel mare verrebbe violentata per secoli, un delitto già scritto, già visto ma senza colpevoli.
Ma con quale coraggio dobbiamo violentare un mare stanco, con quale coraggio diremo ai nostri figli che abbiamo ucciso un mare per una manciata di energia. Come potremo guardare i nostri nipoti in viso sapendo di aver loro rubato il futuro e le bellezze che ancora ci sono nel nostro mare Adriatico. Adoperiamoci per renderlo più naturale, più bello, più vivo, più amato.
Si fermino le trivelle, si fermi la voglia di distruggere l’ambiente, si usi la saggezza e si lasci alle generazioni future la possibilità di sognare.
Roberto Cenci