I treni a vapore, una splendida canzone di Fiorella Mannoia, ascolto le sue parole e la mente vola a quando ero bambino e con mio padre andavamo a vedere passare il treno.

Era un avvenimento importante ed emozionante, si vedeva arrivare da lontano per il suo pennacchio di fumo e il fischio acuto che segnalava la sua presenza. Sbuffava e tossiva nelle salite come un vecchio fumatore per poi lanciarsi a velocità folle, poco più di sessanta chilometri l’ora, nelle discese. Che bei momenti, dolci ricordi che non torneranno più. Ora abbiamo treni che volano a velocità superiore ai trecento chilometri, treni che ci permettono di andare da Milano a Roma in meno di tre ore.

Quanti passi in avanti abbiamo fatto. Tutto questo per entrare nel tema che interessa un numero importante di persone che si affacciano sulle strade ferrate che dal confine svizzero arrivano a Gallarate e a Sesto Calende, parlo dell’Alptransit. Conosco bene la linea che porta a Sesto Calende, negli anni passati pochi erano i treni merci e alcuni treni per i passeggeri sferragliavano durante la giornata.

Una linea ferroviaria che è in parte scavata nella roccia e in parte ricca di piccoli ponti, in particolare nell’area pianeggiante per la presenza di molti corsi d’acqua. Ora si vuole intensificare il numero dei treni merci, aumentare la lunghezza dei convogli arrivando a superare i settecento metri e implementare la velocità. Tutto questo per la frenesia dell’uomo, perché dobbiamo correre per arrivare non si sa dove. La sicurezza per i cittadini dovrebbe essere il primo postulato, il perno su cui tutto ruota, la pietra d’angolo dove costruire il progetto.

La sicurezza ha mille sfaccettature, l’aumento significativo del numero dei treni porterà rumori e disturbi agli sfortunati cittadini che si vedranno sfilare uno dopo l’altro una infinità di treni. Mitigare i rumori, ridurre il disagio con strutture compensative, a mio avviso tutto ciò non basta occorre fare di più. L’aumento della velocità con molti più vagoni provocherà vibrazioni spaventose, la linea costruita molti anni fa sarà in grado di reggere tale sforzo, questa è una domanda che mi pongo. Non dimentichiamo il funesto incidente di Viareggio, i treni merci che passeranno sulla strada ferrata porteranno di tutto anche prodotti infiammabili, esplosivi, tossici quindi altamente pericolosi.

Chi garantisce che non arriveranno incidenti mortali. Un altro aspetto è dato dalla chiusura di un numero importante di passaggi a livello, si faranno sottopassi e cavalcavia con consumo di suolo, non ne consumiamo già abbastanza con infrastrutture spesso inutili.

Dobbiamo correre, nella nostra folle corsa tralasceremo molte cose fondamentali e vitali che sfortunati Cittadini sicuramente pagheranno, tutto questo nel segno del progresso. Sicurezza è la parola d’ordine, sicurezza a trecentosessanta gradi chiedo a gran voce.

Il mio pensiero ritorna ai vecchi treni a vapore, fumo, suoni di ferraglia e sibili acuti, si correva meno e si era più saggi e felici, bei tempi antichi, purtroppo non torneranno più.

Prof. Roberto Cenci, Meetup Varese attiviAMOci Varese e Bosoni Giorgio

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